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Ogni post ha il suo perché, anche su LinkedIn
Voglio mostrarti due post che ho pubblicato recentemente su LinkedIn e che, in apparenza, potrebbero sembrare agli antipodi.
Sì, perché uno di questi ha addirittura scatenato qualche critica. Ma andiamo con ordine.
Nel primo post, ho condiviso un messaggio importante: “Non avere paura di ricominciare. Potresti preferire il tuo nuovo percorso.”
Un concetto che, soprattutto per chi si trova in momenti di transizione o cambiamento, ha risuonato molto. Ha ottenuto un bel po’ di interazioni, tanti like, commenti e condivisioni.
Insomma, un classico post “da LinkedIn”, uno di quelli che ci si aspetta su una piattaforma professionale.
Il secondo post invece? Beh, lì la storia è diversa.
Ho condiviso una mia foto mentre ero a petto nudo, a casa, con mia figlia tra le braccia.
Era notte fonda, lei stava male e non riuscivo a calmarla tenendola nella culla.
Così l’ho tenuta sulle mie gambe e ne ho approfittato per continuare un percorso di formazione online.
Un momento di vita quotidiana, intimo, che apparentemente non si adatta all’immagine più “standard” di LinkedIn, soprattutto per il mio abbigliamento.
Subito sono arrivati alcuni commenti critici: “Non è questo il posto giusto”, “LinkedIn è una piattaforma professionale”, e così via.
I like? Pochi rispetto ad altri post, come il primo che ti ho mostrato.
Ma ecco la sorpresa: più di 69.000 impression e, soprattutto, sei volte i clic sulla CTA finale rispetto ai miei classici risultati.
Parliamo di 44 clic contro i 12 del primo post.
Sì, proprio così: questo post, che sembrava “fuori luogo”, ha catturato l’attenzione di migliaia di persone.
E molte di queste hanno cliccato, scoprendo qualcosa in più su di me e sul mio lavoro, sui servizi che proponiamo.
Allora mi sono chiesto: perché?
Il motivo è semplice.
Non sempre i post devono seguire le regole perfette.
A volte è proprio quello che sembra più “fuori dagli schemi” ad attirare l’attenzione, a far emergere la tua voce tra la folla.
Il punto chiave? Il contenuto, alla fine, aveva un messaggio importante e condivisibile.
Quell’immagine parlava di vita vera, di equilibrio tra lavoro e famiglia, di ciò che tutti affrontiamo, ma che spesso non raccontiamo. E questo è piaciuto.
Ora, ti starai chiedendo: come posso integrare questo approccio nel mio piano editoriale su LinkedIn?
Vediamolo insieme.
Sii autentico, non perfetto: non aver paura di mostrare la tua vita reale, anche se apparentemente non “perfetta” per LinkedIn.
Apprezzeranno la tua autenticità.
Bilancia i contenuti: non deve essere tutto o niente.
Puoi continuare a condividere post professionali, successi lavorativi e consigli per il tuo settore, ma alternali a post che raccontino chi sei fuori dal lavoro. Mostrare entrambe le facce della medaglia rende il tuo profilo più interessante e, soprattutto, aumenta la visibilità.
Sfrutta la curiosità: i post fuori dall’ordinario attirano l’attenzione.
Questo ti permette di coinvolgere il pubblico e farlo tornare sul tuo profilo per saperne di più. E non dimenticare di collegare questi post a una CTA ben strutturata.
Sperimenta e analizza i risultati: non tutti i post devono essere uguali, testa sempre nuovi approcci. Se un post personale funziona, analizza i dati (come le impression, i clic e le interazioni) e integra gradualmente contenuti di questo tipo nella tua strategia.
Non esistono regole rigide per attirare attenzione su LinkedIn, ma è importante che ogni post racconti una parte della tua storia, del tuo percorso e dei tuoi valori.
Se vuoi capire quali sono le regole che stanno dietro un post efficace, che funziona, ho creato una guida chiara, diretta e utile per potenziare i tuoi contenuti, anche quelli più fuori dalla comfort zone di LinkedIn!
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